Nemmeno il primo mese di vita sono riuscita a tenere un post alla settimana, quando vi parlavo di incostanza. Ma sto già preparando i post di Marzo, quindi spero in qualcosa di più regolare. Nel mentre mi diverto a sperimentare, in quanto a questa rubrica sto cercando di trovare il format più adatto. Per il resto, buona lettura~
Titolo: The Post
Regia: Steven Spielberg
Breve riassunto: Meryl Streep che interpreta il ruolo di un’editrice di un famoso giornale che si trova di fronte alla scelta di pubblicare un articolo veritiero ma che al Presidente non sarebbe piaciuto molto. Da qui il rischio di perdere l’azienda di famiglia, finire arrestati e seguito. Per farla ancora più breve stiamo parlando dei Pentagon Papers.
Un po’ più in dettaglio di quello che reputo interessante è proprio il ruolo che Meryl Streep interpreta egregiamente, ma questo era già scontato quanto la trama. È una donna che non si aspettava il potere ma che si è trovata ad averlo tutto su un colpo, una carica che non sempre le viene riconosciuta e della quale nessuno si fa problemi a ricordarle quanto è inadatta. Ma nonostante questo lei riesce a maturare, a farsi strada tra tutti questi scetticismi ed uscirne a testa alta, anche se i riflettori la ignorano.
Poi è comunque un film sulla guerra che non la fa vedere (li reputo estremamente noiosi).
Regia: Guillermo del Toro
Dopo un’accurata meditazione sono arrivata alla certezza di poter affermare che ci troviamo di fronte alla pellicola più bella che Del Toro abbia mai prodotto.
La fotografia di un mondo fantasy incantevole rimangono i suoi punti di forza. Costruisce una Baltimore ammaliante dai toni freddi che vanno dal verde all’azzurro; dove tutto sembra essere stato realizzato su misura per poter far parte di quella di quella bolla incantata, ma senza annoiare o eccedere. Il secondo punto vincente è il mostro. Un mostro vintage, uno di quelli che vedevi in Scooby Doo, con la differenza che non è un costume, o nei "vecchi" film dell'orrore; per di più si illumina! Poi ci sarebbe anche la storia d’amore tra due esseri incompresi della società , ma è la parte minore di tutto quello che mi ha affascinato.
Anche in questa pellicola torniamo indietro nel tempo, nel periodo della Guerra Fredda per la precisione, in un laboratorio militare in una città sulla costa che “era molto vicino al mare, ma lontano da tutto il resto” . La protagonista è una ragazza muta che di mestiere fa la donna delle pulizie; un personaggio inosservato, così insignificante in quel luogo da non essere nemmeno libera di finire il suo pranzo per dover pulire i pasticci creati dai grandi cervelli e potenti uomini della struttura. Ma con un coraggio e una determinazione inaspettata si ritroverà a vivere un'avventura al di la di ogni sua aspettativa.
Regia: David Lowery
Lo descriverò con tre aggettivi in quanto reputo, proprio come con Call me By Your Name, che raccontare la trama sia un banalizzare la pellicola. E’ più della storia di un fantasma alla ricerca della pace dopo la sua morte, fluttuante in un mondo fatto di malinconia e mancanze.
È bello, ma proprio bello da vedere. Le riprese sono in formato 4:3, con bordi arrotondati e un filtro vintage, sono meravigliosamente studiate e curate alla perfezione. Sono immagini statiche e fredde che riescono fin troppo bene a trasmettere un senso di distacco.
È particolare, nella sua struttura. Immergendoti nella pellicola ti ritrovi a vivere il tempo in maniera destrutturata, passando da momenti relativamente brevi ma portati a riempiere molto spazio nella storia al passaggio di mesi con un semplice cambio di stanza. Sono tutte scene ponderate con estrema attenzione, elencarle risulterebbe spoiler (e troppo lungo da fare in questo format).
È strano; questo è la sensazione che mi ha lasciato dopo averlo finito. Qui si entra molto nelle mie preferenze personali: alcune scene le ho trovate noiose ma, rivalutando la pellicola una volta conclusa, sono dei pezzi necessari per completare il quadro. Questo contrasto mi lascia un po' confusa, ma anche se presenta certe riprese e scene che non adoro per niente (che non vuol dire che sono girate/scritte male ma semplicemente preferisco altre tipologie di sceneggiatura/ripresa) lo apprezzo come film. Al di la di qualcosa di molto personale la sua stranezza la si può riscontrare anche in altri aspetti: non è un horror come il titolo o la presenza di un fantasma potrebbero far credere; l’amore non è il sentimento principale che vuole trasmette il film.
Un'altra chicca è che anche qua il nostro fantasma è molto vintage e classico come stile: un lenzuolo bianco e due spazi (neri) per gli occhi.
Casualmente sono ancora tre i film preferiti del mese, anche se questo mese me ne aspettavo di più. Chissà cosa ci regalerà Marzo. Alla prossima ~